Mi chiamo Benedetta e nel 2015 ho scoperto una passione incontenibile per una moto d’epoca.
Chi l’avrebbe mai detto? Io no di certo.
Non ho mai avuto una moto e non mai ho desiderato averne una.
Nella mia vita mi sono sempre interessata di viaggi, arte, cinema, cucina… le cose che piacciono più o meno a tutti. Sono cresciuta in un contesto provinciale, nel Parmense. A 16 anni non vedevo l’ora di scappare da un paese per vivere in città. Mi sono trasferita a Milano, dove oggi lavoro in un’agenzia di pubblicità.
A volte penso che vorrei tornare a vivere in collina, ma questi sono i dilemmi della vita. Le persone non sono mai contente. Milano mi piace, ho i miei amici e posso coltivare tanti interessi. Nel weekend posso tornare in provincia e stare in mezzo alla natura. Ho la salute, la libertà e tutto quello che voglio, compatibilmente con le mie possibilità economiche. Ma non sono i soldi a farmi felice. Certo, non nego affatto che aiutino parecchio, ma il punto è che mi mancava qualcosa. Qualche anno fa ho affrontato una crisi esistenziale, un momento di confusione. Ho pensato di mollare tutto e partire per fare il giro del mondo con lo zaino in spalla. Ne ho anche parlato con i miei genitori che non l’hanno presa benissimo: cioè, non me l’avrebbero mai vietato, ma non capivano cosa stessi cercando. E non lo sapevo nemmeno io. Dentro di me sapevo che quella non era la soluzione e probabilmente dopo due anni a vagabondare mi sarei riportata a casa la mia insoddisfazione. Ho iniziato ad andare in analisi, sperando di trovare delle risposte.
A Milano vivo nel motoquartiere e di moto originali se ne vedono parecchie. Ma mi lasciano tutte indifferente. Sono insipide.
Nel frattempo, sempre dediderosa di vivere nuove esperienze, ho pensato di prendere la patente della moto. Mio padre ha uno scooterone e pensavo sarebbe stato divertente andare a fare un giro ogni tanto. Una volta patentata non ho mai usato il suo T-Max. La verità è che non mi suscita nessuna attrazione. Così ho pensato che mi sarei potuta prendere una moto come piace a me: ho cercato online, ho guardato tutte le marche e tutti i modelli. Ma niente da fare. Le moto moderne sono tutte ai miei occhi più o meno orrende.
Quando ho scoperta la moto ho smesso di andare dall’analista, ma forse avrei dovuto continuare perché la mia Sertum 250 VL del 1950 che ho chiamato Mina, si è rivelata un amore profondo e inspiegabile.
Questa è la mia storia, ora inizia la storia di Mina.
franco
chapeau, mio padre correva nel campionato regolarità per la Ducati, a 3 anni mi legava con un elastico sul manubrio dellasua Ducati 175 e mi portavain giro, con un casco in noce di cocco su misura perme, che ho ancora… dai 14 anni ad oggi ho sempre avuto moto, ora credo l’ottava o la nona, sono un motolentista e fotoamatore, mi hai affascinato e fatto ricordare tanti momenti con questi tuoi racconti, complimenti e bonne route ancora a lungo.
Benedetta Marazzi
Che esperienza e che esempio hai avuto, complimenti!! Grazie mille delle tue parole… Scusa la risposta tardiva, sto ancora cercando di capire come funziona il blog…