Francesco ha 29 anni e vive a Firenze.

Com’è nata questa passione?

Mio padre coltivava la passione per le moto d’epoca da prima che io nascessi. Purtroppo un incidente l’ha portato via da me e dalla mia famiglia quando io ero ancora un bambino. Ho così ereditato prematuramente le sue moto e la sua passione. Mio padre, di nome Cesare, ci ha sempre tenuti vicini e coinvolto nel suo mondo, portandoci ai raduni e in gita. Sulla Guzzi Sport 15 con sidercar c’era posto per tutti: mio padre, che guidava, mia madre Francesca, mia sorella Margherita e me. Aver vissuto i mezzi d’epoca, facendo dei giri con mio padre quando ero bambino, ha fatto nascere in me un legame spontaneo con tutti i suoi ferri vecchi. Non posso fare a meno di occuparmene.

Quale moto vecchia porteresti nel futuro?

La moto Guzzi Sport 15 con sidecar è nel mio cuore. Mi ricorda mio padre. Oltre a portare in giro tutta la famiglia, l’ha usata per fare lunghi viaggi, vivere vere avventure anche all’estero. È stato 3 volte al Raduno degli Elefanti. Quella moto ne ha fatta di strada e credo che ne possa fare ancora nel futuro.

Come insegneresti questa passione a un bambino?

I bambini amano giocare e le moto vecchie sono un gioco. In officina c’è spazio per tutti, anche per i più piccoli, così possono iniziare a conoscere la meccanica, mettendo mano alle moto. Le piccole riparazioni possono crescere fino all’età adulta.

La tua strada preferita?

Amo le strade intorno a Fiesole, vicino a Firenze. Ci si può immergere tra le colline, nella campagna più verde e ci sono tante curve. Mi piace andare e perdermi, e ogni tanto fermarmi per pensare.

Che motociclista sei?

Sono un motociclista che ama viaggiare per chilometri in sella alle mie amate moto d’epoca. Un motociclista che ama fermarsi e ascoltare la musica del motore delle Guzzi storiche. Per me è un modo per staccare dai problemi quotidiani. Una terapia per trovare la pace dentro di me. Quando sono arrabbiato vado a fare un giro e torno sempre sereno.

Le moto d’epoca sono imprevedibili. Raccontaci un’avventura.

Stavo tornando da casa di un amico – non appassionato di moto d’epoca – con la mia Guzzi e sulla strada si rompe la pompa dell’olio. Disto 40 o 50 km da casa. L’olio si riversa sulla carreggiata e vado nel panico. A un certo punto si affaccia dalla finestra un tizio, che mi dice “bella moto” e io rispondo “grazie mille”. Vedendo tutto l’olio a terra mi chiede cosa sta succedendo. Rispondo, lui sparisce dalla finestra e lo trovo in strada ad aiutarmi. Apre il suo garage e mi guarda mentre invento una riparazione provvisoria. Dopo di ché torno a casa felice.

Cosa rallenta la crescita di questa passione?

L’aspetto economico. I prezzi non sono accessibili a tutti. Le moto d’epoca sono una passione sempre più costosa.

Cosa dicono i tuoi coetanei?

Generalmente mi dicono “Comprati la Ducati”. Oppure “Guarda che prendi il tetano” e io rispondo: “Hai ragione, meglio che non tocchi la mia moto!”.

Come coinvolgere di più i giovani? 

È difficile. I giovani non apprezzano le cose vecchie, un po’ per questioni economiche, ma soprattutto perché sono viziati: le moto d’epoca richiedono attenzioni e nessuno ha pazienza. Si potrebbero organizzare degli appuntamenti per appassionarli, ad esempio facendoli partecipare a qualche uscita in moto con pic nic. Sarebbe già tanto se nascesse un gruppo attivo di giovani coetanei che coltivano la stessa passione.

Hai un sogno?

Vivere una grande avventura con la mia Guzzi Sport 15 dotata di sidecar. Andare a Capo Nord, o un’altra meta mitica dei motociclisti, con un gruppo di persone appassionate di moto d’epoca quanto me.