Principato di Monaco, Grand Prix Historique. Mi vergogno di non averla mai sentita nominare prima di un mese fa. È una delle manifestazioni di auto d’epoca più importanti del mondo. La rievocazione è in programma dal 2007. Belle le macchine, ma noi preferiamo le moto. Nel circuito di Montecarlo c’è stata una sola competizione, disputata nel 1948. Da allora le motociclette non sono più scese in pista. L’amico Giovanni mi ha fornito un articolo di Motociclismo d’Epoca datato 20 maggio 1948: riporta la notizia che il pilota inglese Linnecar ha perso la vita durante quella gara. Per questa ragione, da allora, i giochi sono stati chiusi.

Locandina della manifestazione

Per non dimenticare la storia, nel 2008, a 60 anni dalla prima e unica competizione, grazie alla determinazione e all’impegno di André Mazzoni, Presidente del Club Motos et Scooter Anciens de Roquebrune Cap Martin, è stata fatta una rievocazione con 15 selezionate motociclette d’epoca. Nel 2018, a distanza di ulteriori 10 anni, è finalmente tornata la Grand Prix Moto de Monaco.

Arrivo al Principato di Monaco giovedì mattina. Appena uscita dall’autostrada vedo Montecarlo dall’alto: la vista è mozzafiato. Il mare al porto è turchese, tra attraccando una nave da crociera. Mi supera un Porsche Cayenne e penso che la mia auto ha una fiancata sporca di terra. Non è il modo migliore per presentarsi a Montecarlo. Scendo in città, chiudo l’auto in un garage e vago nel paddock tra le auto, a caccia dell’isola felice dedicata alle moto.

Ecco una sfilata di moto da corsa, datate dal 1925 al 1948, tranne un paio di significative eccezioni. Moto sono italiane, francesi, inglesi e svizzere, tutte da far girar la testa a qualsiasi proprietario di yatch.

I piloti sono chiamati nella sede del Moto Club di Monaco per il briefing. Il Presidente del Club Motos et Scooter Anciens de Roquebrune Cap Martin, André Mazzoni, ricorda che la parata non è una competizione, ma una manifestazione tra amici. Sottolinea che è importante seguire le indicazioni del personale in pista per rimanere nei parametri di sicurezza. Sono emozionata io, non posso immaginare i piloti. Le moto vengono posizionate sul punto di partenza. Il rumore dei motori è assordante, il fumo circonda l’area, e nonostante questo il pubblico si accalca per fare foto e video.

Siamo nel 1948: piloti trepidanti, moto da urlo e gas di scarico che rendono il paddock impraticabile più della Pianura Padana a novembre. I piloti sono pronti. Il personale dà il via.

“L’anello del circuito di Montecarlo si sviluppa su 3.100 metri, con un susseguirsi di curve, contro curve, curve velocissime e saliscendi, una cosa davvero snervante” sottolinea l’articolo di Motociclismo d’Epoca.”

“Le continue vittorie dei corridori italiani e delle macchine italiane cominciano ad impensierire un po’ tutti coloro che nell’ambito internazionale si interessano di motociclette. Quello che sorprende è la gran copia di uomini di valore di cui dispone il vivaio italiano, per cui a qualsiasi gara, se l’uomo di punta deve cedere, subito saltan fuori i rincalzi in grado di tenere a bada i migliori piloti internazionali. Al via scattano come dardi il 4 volte Campione d’Italia Nello Pagani, con una Gilera Saturno, e l’inglese Anderson con un Guzzi Gambalunga.” Nel 1948 quelle moto cedono per il troppo sforzo. E anche nel 2018 succede lo stesso: Massimo Lazzaro è alla guida della sua 31SS Della Ferrera, una delle moto più datate, del 1928. In pista ha un piccolo inconveniente: si buca il serbatoio. Rientra al paddock e pensa subito a come risolvere la questione per dare spettacolo in pista sabato e domenica. La determinazione è una delle qualità più brillanti di chi ama i mezzi d’epoca.

L’articolo di Motociclismo d’Epoca segnala che il circuito ha una difficoltà non in programma: il percorso accidentato causato dalla gara delle auto, che ha preceduto quella delle moto. Ma nonostante ciò… “Ed ecco balzare subito alla ribalta un altro pilota italiano, Aldo Brini, che, con una Gilera Saturno da lui minuziosamente trasformata e preparata passa al comando, dal 19° giro in poi dispone degli avversari come vuole e per oltre 40 giri mena la danza su quel carosello estenuante.”

Anche nel 2018 splende una Gilera Saturno, accompagnata da una 4 Cilindri.

La prima giornata volge al termine e io ho una moto d’epoca a casa che mi aspetta e che non posso lasciare chiusa in garage, nemmeno per i migliori eventi di Montecarlo. La sera torno dalla mia Sertum 250 VL-4 di nome Mina, per partecipare insieme a lei l’indomani all’ASI MotoShow di Varano de’ Melegari.

Il tempo è troppo lento per chi aspetta, troppo veloce per chi è felice, ma per coloro che lo amano è eternità. In attesa del prossimo Grand Prix Moto de Monaco, meglio tenere caldi i motori e accesa la passione.