Roberto Castiglioni ha 34 anni e vive a Cerlongo, una frazione di Goito, in provincia di Mantova.

Com’è nata questa passione?

Avevo più o meno 10 anni. Con il nonno andavo nell’officina di mio zio. È stato lui a farmi conoscere il mondo dei motori d’epoca. E ricordo bene che all’acquisto della sua Moto Guzzi Airone ero rimasto letteralmente a bocca aperta. E da lì è iniziato tutto.

Entri in un garage e ci sono 3 moto. Quali sono e perché.

La prima è la Guzzi Sport 15, penso sia una delle più belle opere di meccanica ed eleganza messe insieme. Una moto che ho utilizzato per parecchi km.

La seconda è la possente Indian Scount 101. È stato uno dei miei restauri più impegnativi, anche perché l’ho acquistata in condizioni pessime.

La terza è un sidecar. Negli anni ‘30 erano vere e proprie opere d’arte. E soprattutto un ottimo modo per portare a spasso qualche gentil donzella!

Come insegneresti questa passione a un bambino?

Coinvolgendoli nelle gite, facendosi aiutare nella pulizia dei nostri gioiellini in modo da catturare la loro curiosità, o, appena si ha la possibilità, farli condurre in prima persona. In fondo, tutti noi appassionati siamo bambini, che fanno bella mostra dei propri giocattoli e che si emozionano piegandosi su tornanti. Dobbiamo trasmettere loro queste emozioni!

La tua strada preferita?

Quella montana, nei boschi, tra tornanti e viste mozzafiato. E una strada così è proprio nelle zone dell’Alto Garda, nei pressi di Tremosine. La Strada della Forra. È definita da molti come la strada più bella d’Italia. Panorama fantastico sul lago di Garda e una strada sinuosa che passa tra scorci scavati nella roccia, quasi surreali.

C’è un motociclista che è un punto di riferimento per te?

Senza dubbi mio zio. Ma ci sono altre due persone: i fratelli Banalotti, Domenico e Gianni. Sono stati grandi collezionisti di moto storiche conservate e cariche di emozioni. Sono stati anche i pionieri dei raduni. Motociclisti veri. E soprattutto disponibili. Ad aiutare chi, come me, è entrato in questo mondo un po’ tardi e spesso obbligato a dover fare sacrifici non indifferenti. Qualche anno fa Domenico è venuto a mancare, ma Gianni continua imperterrito con la sua grandissima passione. Dovrebbero essere punti di riferimento per tutti noi.

Cosa dicono i tuoi coetanei?

Io adoro le moto degli anni ‘30. Quelle più lontane dai giorni nostri e anche più difficili da collezionare. Alcuni dicono che sono pazzo. Altri, a cui piacerebbe avere qualche ferro vecchio, invece, si limitano a farmi i complimenti. Ma ben pochi purtroppo sono dell’idea di investire soldi e tempo in pezzi da collezione. Proprio nell’età dove tanti si vogliono costruire una famiglia o comunque hanno altri progetti per la testa. Però qualche matto come me si trova. Per fortuna… Magari non dietro casa, ma qualcuno c’è.

Come coinvolgere di più i giovani?

Credo che la spinta migliore debba venire da chi già è nel mondo del collezionismo storico. Coinvolgere i giovani può voler dire, a volte, cedere alla gelosia e prestare, a chi non può, qualche oggetto della propria collezione. Un’altra spinta potrebbe essere quella di mettersi una mano sul cuore e una sul portafoglio, e accettare di vendere il mezzo a qualche euro in meno, se l’acquirente è un giovane. Ricordo una frase di un famoso collezionista, il quale asseriva che noi siamo solo custodi dei nostri bellissimi oggetti.

Esprimi il tuo sogno.

Il mio sogno irraggiungibile è avere i modelli classici da competizione. Poi penso che la moto è anche un mezzo per divertirsi in compagnia. Cosa c’è di meglio di un raduno tra amici? Per trascorrere giornate stupende senza pensieri. Questo è un sogno che si realizza spesso e che spero si realizzi ancora in futuro!